Rosalind Franklin: La Signora del DNA

Nel mondo della ricerca scientifica era in corso un lavoro forsennato per pubblicare dati sulla struttura del DNA quando, nel 1953, una fuga non autorizzata di dati permise a James Watson e Francis Crick di costruire il loro modello del DNA. I dati si riferivano a misure di distanze cruciali nella molecola del DNA, ed…


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Nel mondo della ricerca scientifica era in corso un lavoro forsennato per pubblicare dati sulla struttura del DNA quando, nel 1953, una fuga non autorizzata di dati permise a James Watson e Francis Crick di costruire il loro modello del DNA. I dati si riferivano a misure di distanze cruciali nella molecola del DNA, ed erano state effettuate da Rosalind Franklin.

Nel 1962 James Watson, Francis Crick e il loro collega Maurice Wilkins vinsero il Premio Nobel per la Fisica, senza alcuna menzione di Franklin, che era morta nel 1958 a soli 37 anni.

La descrizione, chiaramente sessista, che Watson fece di Franklin nella propria autobiografia è adesso tristemente famosa, riferendosi a lei come «Rosy» e commentando lungamente sul suo aspetto esteriore, il fatto che non usasse trucco e non curasse particolarmente il suo abbigliamento. Vi ricorda qualcosa?

Rosalind Franklin cominciò le sue ricerche sui materiali a struttura cristallina partecipando ad un progetto durante la Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni, le maschere antigas utilizzavano carbone per i filtri, e Franklin cominciò a studiare le differenze di efficacia dei diversi tipi di carbone. Proprio in virtù della sua competenza sul carbone, nel 1947 Jacques Mehring la invitò a lavorare al Laboratoire Central des Services Chimiques de l’Etat a Parigi. Nel laboratorio di Mehring, si dedicò all’approfondimento della cristallografia a raggi X, utilizzando questo metodo per studiare i cristalli di carbone.

I suoi successi scientifici le fecero ottenere una borsa di studio al King’s College, ma l’oggetto della ricerca fu cambiato dopo il suo arrivo: fibre biologiche.

Questo suo trasferimento fu causa di malcontento, poiché il direttore del laboratorio John Turton Randall stava già studiando le fibre biologiche, insieme a Maurice Wilkins, che qualche anno dopo avrebbe vinto il Premio Nobel per quelle ricerche.

Randall and Wilkins avevano bisogno delle misure di Franklin ai raggi X sulla diffrazione, ma le offrirono una borsa per soli 3 anni, senza titoli accademici o scientifici.

Di conseguenza, il rapporto di lavoro tra i tre scienziati non era dei più confortevoli.

Anche a Cambridge, nel laboratorio Cavendish, si usavano i raggi X per studiare la struttura del DNA. Sempre a Cambridge, Watson e Crick cominciarono il loro lavoro sulla struttura del DNA. Ovviamente anche loro avevano bisogno delle misure sulla struttura cristallina della molecola, ma non avevano né la tecnologia né le risorse per ottenerle. In aggiunta a queste difficoltà, fu loro ordinato dal capo del laboratorio di interrompere il loro lavoro sul DNA, in quanto gli sforzi su questa ricerca dovevano concentrarsi sul gruppo di lavoro di Randall al King’s College.

Proprio al King’s College, intanto, Franklin cercava di continuare il suo lavoro, ma l’ostilità verso di lei era diventata quasi insopportabile. Le sue foto ai raggi X e i suoi calcoli meticolosi «suggerivano una struttura ad elica […] con i gruppi fosfati all’esterno».

Fu lei a scoprire la forma B del DNA, e fu la prima a fotografarla e a misurare le distanze tra le basi e la distanza cilindrica ripetuta. Franklin aspettò a pubblicare i suoi dati, in attesa di conferme ulteriori, quando, alle sue spalle e senza il suo permesso, Wilkins divulgò i risultati di Franklin a Watson e Crick, mostrando loro la importantissima foto ai raggi X e i parametri cristallini che Franklin aveva calcolato.

Nel 1953 Nature pubblicò ben 3 articoli sugli studi sul DNA, di cui uno di Watson and Crick, uno di Wilkins, Stokes, e Wilson; e uno di Franklin and Gosling, suo collaboratore.

Watson, Crick e Wilkins, come ricordato sopra, ebbero una brillante carriera e, dopo aver vinto il Premio Nobel nel 1962, vissero a lungo tanto da celebrare il 50mo anniversario di quella vittoria nel 2002. Anche in questo Franklin fu meno fortunata, e morì di cancro a 37 anni nel 1957, diversi anni prima che il Comitato del Nobel potesse prendere in considerazione il suo contributo, anche perché una delle regole del Nobel vieta che sia assegnato postumo.

Franklin continuò la sua carriera scientifica al Birbeck College. Quando Aaron Klug vinse il Premio Nobel nel 1982, citò Franklin e il suo contributo nel discorso di accettazione del premio.

Gli storici della scienza e i ricercatori direttamente coinvolti nella vicenda hanno spesso tentato di analizzare il rapporto complesso tra Franklin, Wilkins, Watson e Crick nel periodo in cui tutti loro si dedicarono allo studio della struttura del DNA. E le domande sono ricorrenti: Watson e Crick avrebbero potuto costruire il loro modello senza vedere i dati di Franklin, allora ancora non pubblicati? E l’utilizzo di quei dati senza il consenso dell’autrice, che era in competizione con loro nelle ricerche sul DNA, è accettabile all’interno delle regole della ricerca scientifica?

Gli stessi Watson e Crick, in una nota a margine di una loro ricerca, riconobbero che i loro risultati «sarebbero stati estremamente improbabili, se non impossibili» senza i dati delle ricerche di Franklin. Eppure, nell’articolo originale di Nature, Watson e Crick negarono di aver mai visto o saputo delle ricerche di Franklin.

È innegabile che la storia di Franklin sia legata ad un profondo sentimento di ingiustizia e di sessismo, perché a lei viene ancora oggi negata anche il merito delle sue scoperte e la fama tra le persone comuni che meriterebbe in pieno per il suo contributo alla scienza. Spero di contribuire a far conoscere Franklin e il suo lavoro con questo articolo.

Per chi fosse interessato, James Watson ha una pessima reputazione di sessismo e razzismo, ed è stato protagonista di un documentario in proposito (articolo di Vox qui ).

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