Spaghetti & Chips

Per anni il mito della “Londra dove si mangia male”, non era proprio una leggenda… ma una cosa che poteva capitare abbastanza spesso da considerarsi normale.Grazie a qualche divinità della buona cucina che impietosita ha deciso di salvare gli italiani che vivono qui ora non è più così.Gli inglesi, da popolo intelligente quali sono, si sono decisamente evoluti. I molti immigrati arrivati…


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Per anni il mito della “Londra dove si mangia male”, non era proprio una leggenda… ma una cosa che poteva capitare abbastanza spesso da considerarsi normale.
Grazie a qualche divinità della buona cucina che impietosita ha deciso di salvare gli italiani che vivono qui ora non è più così.
Gli inglesi, da popolo intelligente quali sono, si sono decisamente evoluti. I molti immigrati arrivati da tutto il Mondo, hanno contribuito a rendere Londra una città interessante anche dal punto di vista gastronomico e a dare una sferzata di energia anche ai piatti tipicamente locali ora valorizzati.
Le donne italiane che ora vivono qui, una volta evitati i finti ristoranti italiani, che sono facilmente riconoscibili, perché sono quelli che ti mettono il pollo sulla pizza, sulla pasta e dentro alle mutande,  quelli che provano a rifilarti le sconosciute “fettuccine Alfredo” e che hanno camerieri italiani che quando entri ti guardano con “quello sguardo” per permetterti una rapida fuga prima di sederti al tavolo, ora mangiano bene.

Il trucco è semplice: assaporare la cucina tradizionale locale, provare cose nuove, scegliere con cura i ristoranti decidendo di spendere un filo di più per la qualità, imparare a mangiare piatti semplici, se si vuole mangiare italiano, così da evitare situazioni spiacevoli.

A Londra, ci sono ristoranti incredibili in parchi, serre, giardini, sulla cima dei grattacieli e addirittura in casa di altri se scegliete un pop-up. Ovviamente a Londra tutto ha un prezzo, ma se si è in un momento poco roseo ci sono anche alcune catene assolutamente piacevoli e i classici pub. Nei pub si può mangiare bene a prezzi buoni, non tanto nelle trappole per turisti in centro, ma in quelli di quartiere, dove magari il marito serve la birra e la moglie è in cucina.

Amo molto cucinare e a Londra non mancano di certo gli ingredienti, il pesce è freschissimo e ci sono una marea di piccoli farmer’s markets. Se ho voglia di spendere un po’ di più, ma divertirmi un sacco, vado sino a Borough Market a fare una spesa speciale, altrimenti mi affido al mio “Farmer’s Market” locale che trovo ogni Sabato nella stessa piazzetta.
I prodotti che si trovano al mercato, a volte sono assolutamente esotici e quando ci passi accanto non hai davvero idea di cosa farci, insomma, non è semplice restare in linea a Londra se si è curiosi come me!

Siccome stasera a casa mia è la serata degli esperimenti, ho deciso di condividere con voi un paio di ingredienti per me nuovi che magari non avete mai provato e due dritte per cucinarli, siccome ho scoperto che ogni tanto si trovano anche nei mercati in Italia.

– Pitaya: è un frutto asiatico di colore rosa elettrico, anche chiamato “Dragon Fruit”, è il frutto più divertente mai visto ed è anche buono. Tagliatelo a cubetti e immergeteli nel cioccolato fondente sono meravigliosi, una ottima aggiunta anche nelle macedonie.

– Samphire: chiamata in Italia salicornia, è una pianta succulenta che normalmente proviene da Israele ma si trova in altri luoghi nel Mediterraneo, dal sapore vagamente simile agli asparagi, che può essere aggiunta alle ricette di pesce, o usata come contorno, molto buona la pasta gamberoni, pomodorini e salicornia.

 Okra: è una pianta di origine Eritrea, per questa sono diventata completamente matta! E’ buonissima fritta, al forno, in umido e ripiena.
L’unico difetto che ha è che sbava, cioè la pianta per difesa secerne una bava lumacosa schifosissima, per liberarsene tocca metterla in ammollo in acqua e limone (o aceto) per un po’ ore… Poi potete trattarla serenamente come una zucchina.

Fatemi sapere se avete provato a cucinarle e ci sentiamo al prossimo racconto con altre curiosità da Londra.

Articolo scritto da @charlotteinlondonland e pubblicato su “I Trentenni” il 14 Ottobre 2015


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