Oggi vi scrivo al riguardo della…LIBERA PROFESSIONE!
Sono libera professionista da più di 20 anni, la maggior parte dei quali in Italia, gli ultimi 10 a Londra. Vorrei puntualizzare che NON sono una commercialista, non mi occupo di economia e posso solo spiegare le cose con parole semplici e umiltà, nel modo nel quale le comprendo io e nel modo nel quale le ho fatte io.
Ovviamente chi e’ un commercialista si senta libero di contattarmi sul sito o scrivere nei commenti in caso io debba aggiungere o togliere qualcosa.
Dunque, ecco la mia avventura da libera professionista, iniziata prima della Brexit, (dunque, se invece volete recarvi nel Regno Unito ora, Post Brexit, il processo sarà un poco diverso) :
Una volta traslocato, mi sono iscritta subito all’AIRE, poi ho aperto la mia posizione lavorativa con poche semplici mosse e (magia) senza commercialista. Ma andiamo con ordine:
A) Ho fatto la minima burocrazia necessaria, cioè aprire un conto in banca, prendere casa in affitto, intestarmi una bolletta da usare poi come prova di residenza e mi sono iscritta all’AIRE on-line, avendo cura di avere chiuso tutte le mie posizioni fiscali in Italia (l’AIRE è l’associazione italiani residenti all’estero, indispensabile e obbligatoria per poi potere essere in regola con le tasse, non date retta a chi dice che non serve, potete leggere di più al riguardo QUI).
B) Ho fatto richiesta del NIN, il “codice fiscale” indispensabile per lavorare in UK sia da lavoratori autonomi che dipendenti.
C) Ho registrato la mia posizione on-line
D) Ho trovato un commercialista appena fuori Londra (costano meno, circa £300/£450) per stare davvero sicura e tranquilla di avviare le cose per bene.
E) Ho iniziato a lavorare e fatturare serena.
Tutte queste cose le ho fatte in pochi giorni (ovviamente la conferma AIRE arriva dopo mesi, ma l’importante e’ averla inoltrata) e con una spesa davvero minima. Praticamente zero burocrazia. Zero ansia rispetto all’Italia.
Ho ricevuto addirittura una telefonata dall’HMRC (Agenzia delle entrate) dove non solo mi sono stati offerti corsi gratuiti per comprendere come funzionano le tasse in UK, on-line e live, ma anche un aiutino per capire cosa potevo detrarre dalle tasse.
Ad esempio £10 alla settimana perché lavoro da casa e considerano il costo di luce e gas, i pranzi, il cellulare, eventuali spese inerenti al lavoro ecc… tutto chiaro, limpido, semplice.
Se si decide di aprire una Limited Company il processo e’ simile, potete farlo da sole, i costi bassissimi e tutto viene registrato entro pochi giorni, vi consiglio comunque, almeno per i primi anni, i assumere un accountant che tenga tutto in ordine.
Mentre facevo tutto questo guardavo il commercialista a occhi sbarrati. Qui ero anche esente da IVA sino a quando non toccavo la soglia degli £83000 di giro di affari. Dunque nelle mie piccole fatture, dovevo solo inserire l’importo. Niente IVA, niente altro.
Da ogni fattura per stare tranquillissimi e’ sufficiente mettere via il una certa % dell’importo e a fine anno, “voila’!”, tasse e pensione statale pagate. (Ovviamente ci sono attività che richiederanno VAT/IVA lo stesso, dipende da cosa fate).
Se per sbaglio pago più tasse di quelle che devo, l’Agenzia delle entrate mi fa riavere entro pochi mesi i soldi in eccesso, anche se sono solo £5 perché sono onesti dannazione.
Ovviamente e sia ben chiaro, che se con un sistema cosi favorevole e onesto, se si ruba e si evadono le tasse, le punizioni sono severissime, e io, concordo con loro, devono esserlo. Lavorare con la serenità che il Regno Unito offre ai liberi professionisti, è una esperienza bellissima, in particolare se si viene dall’Italia, dove tutto è dispendioso e burocratico.