Mettiamolo in chiaro.

Facciamolo, così non ci restate male se poi arrivate qui a Londra e vi succede.

Così almeno voi siete preparati e non rischiate di … RAPIRE IL GATTO DI QUALCHE LONDINESE!

Arrivate nella vostra nuova casa a Londra, e puntualmente arriva anche un gatto.

Nero, bianco, di razza o britannico, vi fa una scenata pazzesca.

Pare stia morendo di fame.

Il gatto is so HUNGRY anzi è FUNGRY (fuc***hungry)… che urla.

Anche la donna con il più inesistente istinto materno e una allergia ai gatti galoppante non può resistere a tante patetiche scene di astinenza da pappa.

E voi tirate fuori una lattina, il cuore da gattara vi scoppia nel petto, non vedete collarino, nessuna targhetta, panicate.

Sarà di qualcuno? Sarà un trovatello? É un po’ in carne per essere un trovatello…Ma i londinesi abbandonano così i loro gatti?

Pensiero che porta ad accoglienza istantanea del felino. Anche se è vietatissimo nel vostro contratto di affitto, anche se ne avete altri 3 che avete portato in macchina da Milano a Londra sorbettandovi 18 ore di MIAAAAAAAAAAO come me.

Vi trovate a pensare di adottare la palla di pelo.

Fermatevi. Respirate.

Non fate questa cosa.

State per rapire il gatto di qualcuno. It is CATNAPPING!

Ebbene sì, a Londra molti gatti, come gli abitanti di questa città, hanno una vita sociale semi autonoma.

Escono ai loro orari preferiti, si incontrano, litigano, vanno a visitare i vicini e scroccano cibo fingendosi disperati.

Non cedete, credetemi, vi ritroverete qualche vicino che viene a cercare il micio bussando alle porte e lasciando “MISSING” posters, creando una situazione di imbarazzo.

Ovvio, se lui proprio trasloca da voi e lo trovate in casa anche senza permesso, c’è poco da fare, ma dovete lasciare la finestra aperta, che magari cambia idea e poi voi passate per ladri di gatti.

Io ho “Scroccolo” passa da me un paio di volte alla settimana.

Non resisto e lui vince una lattina.

I miei gatti lo guardano con invidia e fastidio dalla finestra.

Articolo scritto da @charlotteinlondonlande pubblicato su “I Trentenni” il 16 Luglio 2015